5 Marzo 2024

Cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Genoa 2-1

L'analisi del successo di San Siro

Milano, Italy. 19 March 2022 Simone Inzaghi, head coach of Fc Internazionale during the Serie A match between Fc Internazionale and Acf Fiorentina.

RICORDATI CHE DEVI SOFFRIRE

Il Genoa di ieri è stato un po’ come il predicatore del film “Non ci resta che piangere“, modificando l’avvertimento verso l’Inter in versione Troisi con Ricordati che devi…soffrire”. La differenza rispetto alla celebre scena è che Simone Inzaghi deve segnarselo per davvero.

Fuor di metafora, le ripetute scorpacciate di reti, le goleade e il dominio costante dell’avversario non possono essere considerate la normalità. Anche se l’Inter ci ha obiettivamente tentati nel ritenerle tali, vista la quantità di partite in cui ha offerto spettacolo. No, comunque, non può esserlo per diversi fattori: fisici, atletici, tecnici, tattici e anche – perché no – di motivazioni. Non è facile tenere l’asticella psicologica sempre alla stessa altezza, quando la prima inseguitrice a 12 punti è stata sconfitta il giorno prima. E il rischio, pure inconsapevole, è quello di rilassarsi.

Da un certo punto di vista, è un bene che ieri il Genoa abbia tenuto i nerazzurri sulla corda fino all’ultimo e li abbia abituati anche a lottare e a vincere nella sofferenza, qualcosa che dalle parti di Appiano Gentile era diventato – ormai da quasi un mese – un ricordo. È un bene perché fra otto giorni è in arrivo una vera e propria battaglia in cui ci sarà anche da difendere, da lottare con un livello di intensità molto alto, perché solo così puoi uscire indenne dal Metropolitano e dal clima bollente che accompagnerà l’Atletico Madrid.

In Champions League, specialmente nella fase a eliminazione diretta, non c’è spazio per le passerelle e le partite serene. È questo il bello della competizione ed è a questo che l’Inter, da ieri sera, si è (ri)abituata.