26 Maggio 2024

Cinque cose che abbiamo imparato dalla stagione dell’Inter

Il riassunto di un'annata memorabile

CHE GRAN CAPITANO

Nell’estate che ha preceduto la stagione dello scudetto, l’Inter si è privata di numerosi senatori e simboli degli anni precedenti: Handanovic, D’Ambrosio, Brozovic, Skriniar, Dzeko, Lukaku. Per questo, era necessario scegliere un nuovo capitano: Lautaro Martinez. L’argentino ha interpretato alla grandissima il ruolo, rimanendo umile e confrontandosi con i compagni per ogni situazione, ma al tempo stesso alzando la voce nello spogliatoio nei momenti giusti e, soprattutto, dando l’esempio.

Perché di esempio dobbiamo parlare per un calciatore che si migliora di anno in anno, che ha vinto contemporaneamente scudetto e titolo di capocannoniere del torneo, cosa che soltanto a pochi interisti è riuscita nella storia. I mesi da agosto a febbraio sono stati letteralmente sovrumani, tant’è che a un certo punto sembrava a portata di mano il record di 36 gol in Serie A detenuto da Higuain e Immobile. Da marzo in poi, Lautaro è andato in crisi realizzativa ma ha continuato a supportare la squadra con il suo preziosissimo lavoro in campo. Il più, però, era stato fatto prima. Due gol su tutti, per raccontare la sua capacità di incidere: quello contro la Juventus allo Stadium per riacciuffare i bianconeri all’andata, da rapace d’area; lo stacco di testa a Firenze, quando l’Inter era reduce dalle fatiche d’Arabia e ci arrivava da seconda in classifica (seppur con una gara in meno) e con tante pressioni. Lautaro capitano dell’Inter: più che promosso.

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