13 Novembre 2020

L’INTERTINENTE – Il Conte furioso (o forse no): manuale d’istruzioni di un allenatore incompreso

Una rubrica per rafforzare un concetto: l'impertinenza di essere nerazzurri

Antonio Conte, Getty Images

Che Antonio Conte sia predestinato a rendersi protagonista di opinioni discordanti fra la schiera dei pallonari è una certezza certificata da anni ed anni di carriera ad alti livelli: il fatto che un leccese di nascita e di formazione calcistico-agonistica decida di allenare il Bari e che da ex-pilastro in campo ed in panchina della Juventus passi a ricostruttore delle speranze di trionfo dell’Inter, la dice lunga sulla tempra di un professionista che, quando si tratta di progetti che rinforzino la credibilità del suo curriculum, non guarda in faccia a nessuno.

Dunque, muovendoci da questo assunto e ponendolo come fondamentale per comprendere il personaggio Conte, davanti alla apparente (ma non palese) insofferenza sfoggiata alle telecamere e ai microfoni di emittenti e giornalisti nelle recenti uscite, non dovrebbero sollevarsi riserve e/o dubbi sull’atteggiamento del tecnico, che – è cosa buona e giusta ricordarlo – gode della piena fiducia della società e ha i calciatori al suo fianco.

Invece, ai più è parso che l’approccio del salentino in questo primo scorcio di stagione sia diametralmente opposto a quello della passata, nella quale grinta, trasporto e fame sono state le credenziali che ne hanno visto un’immersione totale nel pianeta Inter e gli hanno fatto riscuotere seguito in tutto l’ambiente nerazzurro. Apatia, nervosismo, e distacco sono i principali capi di accusa che la stampa e alcuni tifosi interisti – una frangia inspiegabilmente consistente – gli imputano, supportati dai numeri di certo non rifocillanti di quest’inizio d’annata.

Fra le varie teorie, sulla scia dei complottismi più disparati, quella maggiormente brandita e propagandata dai detrattori di Conte è che il patto di Villa Bellini – così ribattezzato per rincarare la dose delle polemiche e della chiacchiera a tanto al chilo – sia la ragione portante del malcontento dell’allenatore, avendo disatteso le aspettative di quest’ultimo di ricevere il consenso di presidente e dirigenza rispetto ad un’agenda di mercato su misura alle sue necessità e richieste.

Antonio Conte, Getty Images

Tralasciando che Conte sappia indiscutibilmente meglio di osservatori e critici che, nel bel mezzo di una crisi di portata secolare che ha impattato su bilanci e finanze, sarebbe stato improponibile investire somme considerevoli su qualsiasi profilo avesse incontrato le sue preferenze, dinanzi a queste curiose e alquanto zoppicanti perplessità di diversi scettici alcuni interrogativi sorgono spontanei.

Ad esempio, a nessuno è mai passato per l’anticamera del cervello che, legittimamente, un allenatore possa essere deluso da e per risultati che stentano a condurre la sua squadra alla vittoria, nonostante prestazioni ed idee di gioco siano spiccatamente propositive ed offensive?

Oppure, nessuno ha mai abbozzato che vedersi decimato l’organico ogni 2/3 settimane, per via di impegni delle rappresentative Nazionali, di infortuni e di positività da coronavirus, non aiuti a mantenere la serenità adeguata per concentrarsi su un lavoro corretto e lineare?

Ancora: nessuno pensa che gli spinosi condizionamenti del Covid-19 possano destabilizzare psicologicamente ed emotivamente anche personalità navigate del panorama sportivo che, al pari di appassionati e società civile nel complesso, vedono con (nemmeno troppo) celato pessimismo al futuro e risentono di una situazione disagiante e deprimente?

Forse, l’essere indisposto relativamente a domande dalla dubbia valenza, le posizioni amorfe durante le conferenze e gli interventi nei post-gara, l’imperscrutabilità emozionale che sì cozza con l’impeto del primo Conte, ma che è pure il riflesso di una preoccupazione giustificata e giustificabile, caratterizzano un interesse al bene dell’Inter di gran lunga superiore a quello di operatori della comunicazione e cosiddetti sostenitori che, pompando zizzanie e frustrazioni, allontanano il Biscione da tranquillità e traguardi.

Ora, come non mai, l’Internazionale prima di tutto!

>>>Sostienici su Patreon per avere accesso ai contenuti esclusivi<<<