26 Agosto 2020

I Top&Flop dell’Inter nella stagione 2019/2020: la LuLa stupisce, Skriniar ed Eriksen fuori ruolo

Ecco protagonisti in evidenza e calciatori che hanno deluso le aspettative

TOP

LUKAKU – Basta snocciolare il numero sulle reti siglate alla prima stagione con la maglia dell’Inter: 34, come Ronaldo il Fenomeno alla prima annata nerazzurra. Tempi diversi e talento imparagonabile, perché il brasiliano viaggiava davvero su un pianeta diverso rispetto a quello dei comuni mortali. Ma Big-Rom, nonostante lo scetticismo iniziale di alcuni tifosi, si è rivelato un grande uomo squadra e un goleador più che affidabile affidabile considerati i numeri. L’unica nota negativa della sua stagione arriva chiaramente in finale di Europa League su quel tocco sfortunato che sostanzialmente regala la coppa al Siviglia, ma sicuramente resta fra i migliori interisti dell’ultimo anno.

BASTONI – In estate era sul punto di andare in prestito, salvo poi essere bloccato da Antonio Conte che immediatamente ne ha visto le qualità. Un inizio timido, alle spalle di tre mostri sacri come Skriniar, Godin e de Vrij. Così Bastoni si ritaglia spazio soprattutto a partita in corso, per poi conquistarsi la fiducia nelle prime occasioni in cui sorprendentemente viene lanciato titolare. Il centrale classe 1999 cresce così in fretta che nella seconda parte di stagione ruba il posto prima a Godin e poi costringe Skriniar ad accomodarsi in panchina quando il faraone trova continuità. Grazie al suo mancino educato, è stato probabilmente il difensore che meglio ha saputo interpretare il calcio del tecnico leccese.

BARELLA – Se questa classifica fosse stata stilata dopo i primi due mesi della stagione, al suo posto ci sarebbe stato sicuramente Sensi. L’impatto dell’ex Cagliari nel mondo Inter non è così semplice nelle prime battute, comprensibilmente visto il grande salto effettuato in estate. La rete in Champions League contro lo Slavia Praga, per fortuna, fa accendere la lampadina del cagliaritano, che conquista definitivamente la tifoseria nerazzurra con un primo tempo da urlo al Camp Nou insieme allo stesso Sensi. Da lì in avanti è senza alcun dubbio l’uomo più importante del centrocampo di Conte. Quantità ma anche qualità, perché nel corso dei mesi cresce soprattutto nella gestione del pallone negli ultimi 30 metri.

LAUTARO – A parte il black out post lockdown, il suo nome va chiaramente inserito nei top di stagione. Non è un caso se il Barcellona gli ha fatto la corte per mesi e se l’Inter puntualmente ha sempre respinto qualsiasi tipo di offerta. Il Toro, reduce da una prima stagione di ambientamento in cui il suo impiego era stato centellinato da Spalletti, si è improvvisamente preso insieme a Lukaku il peso della squadra sulle spalle, sbocciando con una qualità disarmante. Dovesse restare, rappresenterebbe un patrimonio ancora inesplorato per l’Inter del futuro.

ASHLEY YOUNG – Arrivato a gennaio – quasi in sordina – per rinforzare la corsia di sinistra a causa dell’indisponibilità di Asamoah, tormentato da numerosi infortuni. L’ex Manchester United, a 35 anni, vive quasi una seconda giovinezza al servizio di Antonio Conte. Da gennaio al termine della stagione colleziona 18 presenze in Serie A, con 4 reti e 4 assist, chiudendo con una delle migliori annate della carriera. Il modulo nerazzurro sembra essere fatto apposta per l’esterno inglese, che ha il solo demerito di steccare giusto un paio di partite piuttosto delicate, come nella sconfitta contro la Juventus a Torino.

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