12 Marzo 2021

Bastoni: “Inter la mia seconda casa, sogno di diventare capitano. Problemi Suning? Giochiamo per passione, non per soldi”

Parole splendide quelle pronunciate dal difensore nerazzurro tra sogni e obiettivi per il futuro

Alessandro Bastoni (@Getty Images)

Bastoni Inter

PRIMA PARTE

A che punto è la salita?
“La cima non la vedo. L’ho imparato da mio padre: mai accontentarsi”.

Papà Nicola è arrivato alla B con la Cremonese.
“Mi ha cresciuto a pane e calcio. E per 7 anni mi ha scarrozzato da Piadena a Zingonia, casa Atalanta: 300 km, 4 volte la settimana. Quel tatuaggio esprime il sogno che avevo di essere un calciatore”.

Oggi più che mai vicino allo scudetto.
“Alt. Quella parola all’Inter è vietata”.

Vabbè, ma nel caso un altro tatuaggio lo farebbe?
“Con gran piacere. Manca tanto, però. E nel calcio ci vuole niente a passare da tutti bravi e belli al fango”.

Voi ci eravate finiti tre mesi fa, dopo l’uscita dalla Champions.
“Già. Una batosta che ci ha cambiatola stagione”.

In che modo?
“Dopo il Real Madrid c’è stato un confronto collettivo per capire dove fossero gli errori. Lì è cominciata la svolta, con un senso di responsabilità rafforzato, con la cattiveria che Conte ci ha trasmesso”.

Alessandro Bastoni, Getty Images

Fuori dalle coppe, siete decollati in campionato.
“Questione di testa. E di tattica: concedevamo troppo, col baricentro più basso siamo riusciti a vincere partite che ci sfuggivano. Sappiamo di poterci fidare l’uno dell’altro”.

Anche la Juve adesso non ha più l’Europa. Diventa il rivale più ostico?
“Lo è sempre stato. Il ko in Champions sarà uno stimolo in più. Resta il riferimento: l’obiettivo è finirle davanti”.

Dopo gli scontri diretti vinti, ecco le partite-trabocchetto. Domenica avrete il Toro, che ha 42 punti in meno.
“Non diamo nulla per scontato.Chi è nei guai tira fuori qualcosa di più. L’ho provato anch’io a Parma”.

Con Belotti in dubbio, però…
“Mancava già all’andata e al 64’ perdevamo 2-0. Sarà dura, perché quando arriva l’Inter fanno tutti la partita della vita. Conte ci insegna che nessuno fa regali: si vince lottando”.

La scorsa estate il vostro allenatore è stato vicino a salutarvi.
“Con lui abbiamo avviato un progetto a lungo termine. Confesso: è stata una sorpresa che abbia puntato presto su di me. Spero resti a lungo”.

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