6 Aprile 2023

Bellinazzo spiega: “Del Vecchio e Bertarelli potrebbero comprare l’Inter, ma Zhang ci è affezionato”

Il punto della situazione sullo stato economico-finanziario del club

L’esperto di finanza calcistica Marco Bellinazzo, intervenendo ai microfoni di Radio Nerazzurra, ha fatto un punto completo sulla situazione economica dell’Inter. L’ipotesi di una cordata italiana alla guida del club, i nomi di Claudio Del Vecchio ed Ernesto Bertarelli, la volontà di Zhang e non solo.

Cordata italiana – “Per il momento credo si possa dire che non esista. La situazione intorno all’Inter è particolare: c’è interesse verso un club che ha molte potenzialità, ma che vive una fase molto complicata per diverse ragioni. L’idea di una guida italiana è affascinante, ma l’impegno finanziario richiesto sia per acquisire il club, sia per portarlo fuori dalla situazione attuale, soprattutto per il debito, è notevole. Al momento i pochi imprenditori italiani che possono permetterselo non sono interessati”.

Del Vecchio e Bertarelli – Del Vecchio potrebbe comprare l’Inter anche senza una cordata, considerando le risorse economiche che ha. E lo stesso vale anche per Bertarelli. Ma a quanto mi risulta, non hanno mai voluto fare questo passo. Bisognerà capire le mosse di Steven Zhang, che vuole tenere il club, ci è affezionato, ma allo stesso tempo deve fare i conti con i problemi politici e finanziari. Siamo ancora fermi lì, schiarite vere non se ne vedono. Questo è il tema su cui bisogna ragionare e dentro al quale il destino dell’Inter è un po’ bloccato”.

Mancata qualificazione Champions – “Significherebbe perdere quella fonte di ricavo che ti consente di operare senza l’acqua alla gola. La qualificazione ai gironi, con gli attuali criteri, garantisce all’Inter 60-70 milioni. Poi andando avanti eventualmente ci sono anche ulteriori premi. In questa situazione di squilibrio tra costi e ricavi ordinari, quel ricavo aggiuntivo consente di manovrare con minori difficoltà. Mancare l’accesso alla Champions significherebbe andare in Europa League, nella quale, se ti va bene, i ricavi possono essere di circa un quarto”.

Sacrifici sul mercato – “Il parametro da guardare non è neanche più quello del costo del cartellino. I club ormai valutano soprattutto quello che è il risparmio dell’ingaggio e l’effetto positivo di uno “scambio” in cui esce un top con stipendio molto alto ed entra un giocatore a cui si può dare molto meno. Il concetto di big oggi va molto relativizzato nel calciomercato, perché non sempre tagliare i costi del lavoro vuol dire indebolire la squadra. Fermo restando che, evidentemente, se sei costretto ad autofinanziare le campagne acquisti, diventa molto più complicato se l’obbligo è di farlo per più stagioni”.

Cifra da incassare entro giugno – “Ad oggi oggettivamente è difficile da stabilire. Ha a che fare grossomodo col deficit accumulato nelle stagioni precedenti e che il club deve ridurre via via. Di questo Settlement Agrement con la UEFA non è stato reso noto il percorso che i singoli club dovranno effettuare per rientrare in quel parametro che dovrà portare ai 60 milioni di rosso ammissibili nel triennio quando il nuovo sistema entrerà a regime. L’obiettivo evidente è quello di dimezzare di anno in anno il deficit dell’anno precedente, come ha fatto il Milan. Per l’Inter giocarsi una semifinale di Champions permetterebbe di avere una quindicina di milioni di euro in più, riducendo il gap da andare a coprire anche con eventuali plusvalenze. Si tratta di una cifra che supera i 50 milioni, ma bisogna prima capire anche quali saranno i risultati sul campo”.