7 Luglio 2017

Caso Mastour, i 10 bimbi prodigio ‘sperduti’ del calcio

Ha fatto tanto discutere la vicenda di Hachim Mastour che, da potenziale fenomeno, è finito svincolato. Ecco 10 giocatori considerati fin da subito dei campioni, ma che poi hanno avuto carriere più che "normali"

LA STELLA DI FERGUSON

DURBAN, SOUTH AFRICA - JULY 18: Federico Macheda of Manchester United during the MTN Football Invitational match between Amazulu and Manchester United, at Moses Mabhida Stadium on July 18, 2012 in Durban, South Africa (Photo by Peter Heeger/Gallo Images/Getty Images)

Sulla carriera di Federico Macheda, da golden boy del Manchester United al modesto Novara, hanno pesato principalmente due cose. La prima, il peso di essere un pupillo di Sir Alex Ferguson: l’attaccante romano, in seguito al super goal all’esordio che demolisce l’Aston Villa (era il primo pallone che toccava, appena entrato in campo al posto di Nani, ndr), viene impiegato come un vero e proprio talismano dall’ex tecnico scozzese. La seconda, la più importante, quella di non aver ascoltato il suo mentore: “Ho sbagliato, quando sono andato alla Sampdoria. Avevo troppa voglia di andare a giocare in prestito in Italia. Ferguson mi aveva consigliato di restare in Premier, così che potesse tenermi d’occhio. C’erano delle squadre su di me”, dichiarerà Federico, in seguito all’esperienza fallimentare con la maglia blucerchiata. Troppa la responsabilità per un ragazzino, che era sì considerato come “il pupillo italiano di Ferguson”, ma pur sempre un ragazzino che si è ritrovato a dover reggere l’attacco di una squadra in piena crisi, nell’anno della retrocessione. Poi anche Pazzini viene ceduto: le responsabilità raddoppiano e Macheda crolla psicologicamente. 2011-2012, il ragazzo torna alla base. Segna anche un goal al Crystal Palace in Carling Cup, ma poi viene girato in prestito al Qpr, dove colleziona 3 misere presenze. Da quel momento il classe ’91 inizia a cambiare tante maglie: Stoccarda, Doncaster Rovers, Birmingham City, Cardiff City, Nottingham Forrest. Alla fine resta senza contratto e decide di darsi un’altra opportunità in Italia. Oggi è a Novara e ripensa a come sarebbe stata la sua carriera senza sentire il peso di essere il “pupillo di Sir Alex Ferguson”.