22 Febbraio 2022

Federico Dimarco al “Web Media Day”: “Che emozione il rinnovo! Ora tranquilli, vogliamo restare in alto”

Noi di Passione Inter abbiamo partecipato all'evento organizzato dall'Inter interagendo con l'esterno nerazzurro
Dimarco

Prima tifoso, poi talento delle giovanili e ora elemento importante della squadra campione d’Italia. Fresco di rinnovo fino al 2026, Federico Dimarco è stato protagonista al “Web Media Day”, evento organizzato dall’Inter per i siti sportivi, in particolare per quelli a stretto contatto con il mondo nerazzurro, e che ha visto anche la nostra partecipazione con la possibilità di rivolgere domande all’esterno nerazzurro. Ecco le parole e l’intervista completa raccolta da Passione Inter.

Federico Dimarco (@Getty Images)

Hai rinnovato poco prima di Natale. Che emozione è stata per te che hai fatto tutto il percorso di gavetta nelle giovanili?

“Una grandissima emozione, sono contento di aver rinnovato per questa maglia con cui sono cresciuto fin da bambino”.

Com’è il rapporto con Inzaghi? Lui ti impiega spesso nel ruolo di Bastoni: ti senti più difensore o più giocatore di fascia?

“Sicuramente con il mister ho un bel rapporto, come lo abbiamo tutti. Ci fa stare bene. In campo gioco dove mi chiede il mister, l’importante è giocare”.

Cosa ha detto Inzaghi dopo il primo tempo con il Sassuolo? Come sta reagendo il gruppo a questo momento delicato della stagione?

“Niente, c’è poco da dire sulla partita di domenica. Siamo consapevoli di aver sbagliato l’approccio e dobbiamo metterci alle spalle questa partita e pensare già dalla prossima”.

Aver vinto il campionato regala qualcosa in più in termini di sicurezza? Vi ha permesso di vincere anche partite “sporche” e complicate?

“Sicuramente ti dà tanta consapevolezza. Sappiamo che abbiamo fatto fatica nell’ultimo periodo, ma sappiamo quanto valiamo e come lavoriamo. Dobbiamo stare tranquilli e pensare alla prossima. Vogliamo rimanere lì sopra fino alla fine”. 

Quanto pensi di essere cresciuto come calciatore, anche con Inzaghi? In cosa ti vedi migliorato e in cosa pensi di poter migliorare ancora

“Io l’anno scorso non ero qui, però ho visto che la squadra è cresciuta tanto. Per quanto riguarda me, non importa quanti anni hai ma c’è sempre tempo per migliorarsi sotto ogni punto di vista”.

Com’è il rapporto con tuo fratello e la tua famiglia?

“Il rapporto con mio fratello è un bellissimo rapporto, ci sentiamo tutti i giorni. Anche se adesso siamo lontani però cerco sempre di dargli dei consigli per migliorarsi”.

C’è mai stato un momento nella tua carriera in cui hai pensato di non farcela e avresti voluto mollare?

“Io ho passato alcuni momenti non facili, soprattutto dopo due infortuni gravi che ho avuto in passato. Però ho cercato sempre di rimanere lucido e di lavorare giorno dopo giorno e alla fine il lavoro ha dato i suoi frutti”.

LE DOMANDE ESCLUSIVE DI PASSIONE INTER:

A proposito del rinnovo. Hai firmato fino al 2026, contratto lungo. Se ci puoi raccontare cosa ti ha convinto in particolare, magari cosa ti è stato prospettato a livello personale e di squadra.

“Per quanto riguarda il rinnovo c’era poco da convincere. La mia idea già dall’estate era di rimanere all’Inter, senza nessun dubbio. Cerco sempre di pensare giorno dopo giorno e non anno per anno. Adesso dobbiamo pensare a far bene in campionato, in tutte le competizioni in cui siamo dentro e poi quello che sarà l’anno prossimo si vedrà”.

Visto che hai vissuto diverse Inter della storia recente. Ci racconti qualcosa che dall’esterno non riusciamo a vedere che ci racconta quanto è cresciuta l’Inter negli ultimi anni?

“La prima volta che sono venuto qua in prima squadra avevo 16 anni, c’era Mancini. Ma penso che l’Inter da quando è arrivato Spalletti ha iniziato un percorso di crescita arrivando alla qualificazione in Champions e poi dopo Spalletti è arrivato Conte che ha portato a vincere lo scudetto e speriamo quest’anno di rifarci. Ma penso che comunque si veda anche agli occhi della gente che l’Inter ha fatto una crescita esponenziale sia in campo che fuori, penso che sia una società che merita e deve rimanere sempre in alto in classifica”.

Federico Dimarco e Danilo D’Ambrosio (@Getty Images)

Quanto è stato importante essere allenato da Juric per te e quanto è diverso rispetto a Inzaghi?

“Sicuramente è stato importantissimo, è stato l’allenatore che mi ha fatto diventare il giocatore che sono oggi. Lo ringrazierò per sempre, ha sempre creduto in me. Differenze tra Inzaghi e Juric? Hanno soprattutto un modo diverso di lavorare, ma anche di stare in campo. Però sono comunque allenatori che in questi due anni qua mi hanno fatto crescere tantissimo”.

Hai giocato in Svizzera, al Sion. Il tuo obbiettivo era tornare all’Inter all’epoca, e dicesti di preferire fare un’esperienza all’estero piuttosto che giocare in qualche piccola in Italia. Sei convinto di aver fatto la scelta giusta?

“Se me lo chiedi adesso ti direi così così, è stata un’annata difficile, mi sono fatto male alla prima partita e sono stato fermo 4 mesi. Dove sono arrivato adesso magari posso dirti di aver fatto il percorso giusto per dove sono arrivato, ma è più un fattore di testa che di campo. L’importante è essere forti mentalmente e cercare di tirarti sempre su quando ricadi”.

Il rapporto con Mancini com’è? Avete parlato dei tuoi progressi?

“Sinceramente non abbiamo parlato molto. Ci siamo salutati, mi ha ricordato che mi ha fatto debuttare in Serie A ma nient’altro”.

Con l’arrivo di Gosens hai paura della concorrenza?

“Di sicuro la concorrenza c’è, ma non mi fa paura. L’importante è che ci sia una competitività sana nella squadra che è la cosa che penso faccia andare meglio le cose e faccia dare il meglio a ciascuno. Per Gosens ha parlato il campo in questi anni, ha fatto cose fantastiche all’Atalanta”.

Convocazione in Nazionale per i Mondiali? Ci speri?

“Ce l’ho qualche speranza, ma la convocazione in nazionale passa dalle prestazioni nell’Inter”.

Tifoso interista che difende la maglia dell’Inter, quanto è difficile?

“Penso che non sia facile, ma non è un peso perché lo faccio con piacere, quando vesto questa maglia qua non è come vestire le altre”.

Quanto è stato difficile essere considerato predestinato e poi riuscire davvero ad arrivare?

“Sicuramente quando esci dall’Inter, da un settore giovanile così importante, in qualsiasi squadra vai non è semplice, perché sei abituato al meglio. Ho fatto 5-6 anni di alti e bassi, però sono contento perché tutto il lavoro e il sacrificio che ho fatto sul campo sono stati importanti per la mia crescita e per arrivare all’Inter”.

L’Inter vince lo scudetto?

“Sì”.

Che rapporto hai con gli altri Mancini, Bastoni e Kolarov? Consigli ricevuti per fare il ruolo?

“Ho un rapporto bellissimo con entrambi, a parte che sono uno che va d’accordo con tutti e non c’è bisogno di mettersi uno contro l’altro. Quello con cui ho avuto più rapporto è Bastoni, visto che abbiamo fatto anche un anno a Parma, poi ho conosciuto Kolarov che è un giocatore di grandissima esperienza e mi dà grandi consigli”.

Che rapporto hai con i tuoi ex compagni di Primavera?

“Penso che nessuno poteva sapere dove sarebbe arrivato dopo sei anni finita la Primavera, quindi sono contento di essere tornato qua e di far parte dell’Inter. Poi sinceramente io penso solo all’Inter, ma comunque gli altri ex giocatori ogni tanto li sento. Ad esempio Bonazzoli sono contento che ha fatto gol al Milan. Anche Radu è cresciuto con me abbiamo fatto 3-4 anni insieme”.

Cosa serve per vincere lo scudetto e chi è l’avversario più temibile?

“Dobbiamo pensare partita dopo partita, siamo tutti lì e fino alla fine sarà una battaglia, cercheremo di rimanere là sopra. Sinceramente non temiamo nessuno, pensiamo a noi stessi e solo noi possiamo sbagliare. Dobbiamo lavorare come stiamo facendo, tralasciando la partita di domenica, e cercare di tornare in vetta e vincere”.

Avete voglia di rivincita per il Derby di Coppa Italia?

“Sicuramente tanta, c’è tanta voglia di rivalsa, è una partita andata e ritorno e cercheremo di dare il meglio”.

Rischio contraccolpo psicologico, lo temi? C’è davvero il rischio di perdere certezze?

“Quando eravamo a -7 dalla prima in classifica tutti ci davano per morti, poi a gennaio quando siamo ritornati primi erano tutti sicuri che vincessimo lo scudetto a tutti i costi. Capita di fare passi falsi durante il campionato, però l’importante è non perdere le certezze e la consapevolezza che abbiamo. Dobbiamo pensare già da oggi fino alla partita di venerdì, partita dopo partita dobbiamo andare in fondo”.

Quanto è forte la consapevolezza che al primo colpo potresti passare alla storia per la seconda stella?

“Sicuramente c’è tanta consapevolezza, perché vincere aiuta a vincere, dopo aver vinto la Supercoppa portare a casa la seconda stella sarebbe importantissimo”.

Ci sono tatuaggi a cui sei particolarmente legato?

“Ne ho un po’ per il corpo, quelli più importanti per me sono i nomi dei miei familiari”.

Hai un hobby particolare?

“In realtà non ho grandi hobby, passo il tempo con i figli e con mia moglie”.

 

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