22 Settembre 2012

Inter-Siena e… la speranza di ricordarla

Ci sono partite che per forza di cose rimangono nella memoria: vuoi per l’importanza dell’avversario, vuoi per il significato storico dell’incontro, vuoi per la rivalità fra i supporters, vuoi per la posta in palio, certe attese saranno il pane quotidiano di un tifoso vero. Ma quando, a causa di un destino beffardo, per qualche anno di fila capita di affrontare un determinato avversario e la partita assume ogni volta, tanto nella vigilia quanto dopo di essa, un certo significato, allora ci si interroga sul perché la sorte voglia prendersi gioco del cuore di un innamorato: Inter-Siena è tutto questo. Negli anni d’oro delle recenti vittorie nerazzurre, i bianconeri meno famosi della Serie A sono stati il lasciapassare per successi, moti d’orgoglio, lacrime e, perché no, anche qualche delusione. A questo proposito vi rimandiamo all’articolo di domani mattina sui precedenti, ma basti dire che col Siena l’Inter ha vinto due scudetti (2007 e 2010), festeggiato quello del 2009, rischiato di perderne uno (2008), messo le basi per poter battere chiunque (gennaio 2010) e visto correre il suo allenatore sotto una curva dopo un gol decisivo (Mou nel dicembre del 2008): scene indimenticabili.

INTER-SIENA OGGI – Difficile che la partita di domani diventi un evento da ricordare: non lo diciamo perché siamo prevenuti nei confronti di questo Siena o, soprattutto, di questa Inter, ma alla quarta giornata di un campionato lungo come la Serie A è difficile che ci sia qualcosa di epico. Ma le due compagini appaiono oggi come due incompiute: i nerazzurri alternano prestazioni esaltanti a cali di tensione e motivazione altrettanto notevoli; il Siena non può certo lamentare mancanza di stimoli (il -6 da recuperare in classifica ne è già uno), ma è alla ricerca della sua prima vittoria e viene da tre prestazioni coraggiose ma condite da qualche errore di troppo soprattutto in fase difensiva. Il potenziale tecnico degli uomini di Stramaccioni è indiscutibilmente superiore a quello dell’undici di Cosmi, ma il calcio è strano e l’impegno di domani non sarà da sottovalutare, soprattutto perché distare più di tre punti dalla vetta solo alla quarta giornata potrebbe essere un forte colpo alla propria autostima. In questo senso speriamo di poter ricordare questa gara come il crocevia per poter iniziare davvero una decisa rincorsa e saltare più in là di quegli ostacoli che portano quasi le stesse maglie della squadra che affronterà la Beneamata domani a San Siro.

PALACIO ANCORA OUT – Stramaccioni pare intenzionato a mettere in campo una squadra in grado di coprire il campo in maniera potenzialmente più equilibrata rispetto a domenica scorsa: via il 4-4-1-1 messo in mostra coi granata, che lasciava al solo Milito il compito di pressare sui difensori avversari, e rotta diretta verso un 4-3-1-2 con Cassano (o Livaja) e Sneijder alti insieme al Principe; Palacio è infatti ancora ai box, costretto a far i conti con i soliti dolori. I quattro di difesa dovrebbero essere gli stessi di Torino, ovvero Zanetti a destra, Juan Jesus e Ranocchia centrali e Nagatomo a sinistra. A centrocampo l’unico dubbio da sciogliere riguarda il mediano centrale: Guarin e Pereira saranno i due centro-laterali, mentre Cambiasso e Gargano si giocano la maglia da titolare in un ruolo che, come vedremo, potrebbe essere decisivo.

ROSINA DI NUOVO IN – Il Siena non dovrebbe presentare grandissime novità in formazione, eccezion fatta per la probabile esclusione di D’Agostino in favore di Valiani, pronto a collocarsi come trequartista accanto a Rosina e alle spalle di Calaiò in un eventuale 3-4-2-1; in caso contrario potrebbe essere utilizzato l’ex Udinese in un normale 3-5-2. Pegolo sarà difeso da Neto, Felipe e Paci; a centrocampo sicuri del posto le due ali Del Grosso e Angelo e il centrale Vergassola, al fianco del quale dovrebbe agire Rodriguez; in avanti, come già accennato, il quoziente-fantasia di Rosina, il cuore di Valiani e l’opportunismo di Calaiò.

SQUADRA TOSTA – Come il Lecce dello scorso anno e come tutte le squadre di Serse Cosmi, il Siena è una squadra coriacea, che aggredisce sempre i portatori di palla e lascia poco spazio, soprattutto a metà campo, all’iniziativa avversaria: merito di un centrocampo folto e reattivo. Particolare attenzione bisognerà riservare all’inventiva di Rosina, anche se senza D’Agostino potrebbe essere l’unico predicatore nel deserto. Di certo se Sneijder non partirà troppo distante dalla porta e Cassano sarà più mobile rispetto a giovedì con il Rubin di modi per far male ai toscani ce ne dovrebbero essere a sufficienza. Ovviamente molto dipenderà anche dalla tenacia, già provata in realtà, degli interditori nerazzurri, il cui compito dovrà essere spezzare il ritmo e ripartire velocemente.

NOVITA’ – Nel primo tempo di Torino-Inter si è assistito a un accorgimento tattico interessante, che probabilmente Stramaccioni riproporrà nel caso in cui scegliesse di mandare in campo Cambiasso: ovvero l’utilizzo, in fase di impostazione, di una difesa a tre composta dai due centrali difensivi e dal mediano di centrocampo. Questa soluzione ha permesso di estendere il gioco, allargando la squadra e alzandone il baricentro. Oggi in conferenza stampa il tecnico nerazzurro ha ribadito le sue intenzioni di riprovarci, e domani potrebbe essere il giorno giusto. L’appuntamento è a San Siro alle 15.00!