Le prime mosse di Chivu all’Inter: dal cambio modulo al pressing alto

Il cambio di allenatore rappresenta sempre un momento di cesura per ogni club. Pur con alcune perplessità fra gli addetti ai lavori, anche l’arrivo di Cristian Chivu sulla panchina dell’Inter ha segnato l’inizio di alcuni cambiamenti tattici per i nerazzurri.
Dopo l’addio di Simone Inzaghi, volato all’Al-Hilal, il tecnico rumeno ha portato subito le sue idee al Mondiale per Club, mostrando un approccio diverso sia nel modulo che nei principi di gioco. Le partite contro Monterrey e Urawa Red Diamonds hanno mostrato i primi esperimenti dell’ex difensore, fra cui il cambio modulo.
Il nuovo modulo: dal 3-5-2 al 3-4-2-1
La novità più evidente introdotta da Chivu è stata l’adozione del 3-4-2-1, modulo che ha caratterizzato entrambe le sfide iniziali del Mondiale per Club e che si discosta (ma non troppo) dal classico 3-5-2 inzaghiano.
Contro il Monterrey e successivamente contro gli Urawa Red Diamonds, l’allenatore ha schierato due trequartisti alle spalle dell’unica punta. Questa scelta ha permesso maggiore densità nella zona centrale del campo, con giocatori come Sebastiano Esposito e Zalewski chiamati a muoversi tra le linee avversarie, dietro Lautaro Martinez.
Il sistema ha mostrato alcuni vantaggi in fase di possesso, garantendo più opzioni di passaggio, ma non sono mancate le controindicazioni, in primis la condizione fisica deficitaria a seguito una stagione logorante che mal si sposa con un cambiamento nell’approccio tattico, a maggior ragione dopo quattro anni con Inzaghi.
Nuovi principi di gioco: aggressività e verticalità
Oltre al cambio modulo, Chivu ha introdotto principi di gioco più aggressivi rispetto al passato. L’intensità del pressing è aumentata sensibilmente, con una ricerca costante del recupero palla alto per sviluppare azioni offensive immediate, soprattutto nel primo tempo contro il Monterrey.
Il tecnico ha chiesto ai suoi giocatori più verticalità, con l’obiettivo di arrivare a un calcio più diretto. Piano che però è riuscito a metà e solo contro il Monterrey, visto che l’Urawa si è rintanato con tutti i giocatori di movimento dietro la metà campo, forte del gol di vantaggio maturato quasi subito.
Un aspetto interessante di questo primissimo scorcio di gestione Chivu è stata la capacità di adattamento a partita in corso. Contro gli Urawa Red Diamonds, dopo un primo tempo difficile con i giapponesi chiusi in un blocco basso, il tecnico ha modificato l’assetto tattico nel secondo tempo, tornando al più collaudato 3-5-2 per cercare maggiore peso offensivo.
La vittoria in rimonta per 2-1 ha premiato questa flessibilità, testimoniando come l’adattabilità sia una qualità fondamentale nel calcio moderno, un po’ come accade anche nel mondo dell’intrattenimento, dove con Crazy Time spicca come gioco innovativo e capace di agevolare gli utenti con giocate gratis e tanto altro.
La gestione dei giovani
Come prevedibile, Chivu ha mostrato un occhio di riguardo nei confronti dei giovani, molti dei quali da lui forgiati durante gli anni nelle giovanili dell’Inter, con Pio Esposito e Valentin Carboni su tutti. Entrambi sono rientrati contro gli Urawa dopo i rispettivi infortuni (l’argentino addirittura otto mesi), entrando nell’azione del gol. Tiro di Sucic, assist involontario di Pio e rete di Valentin, col destro. Forse un segno del destino per questa nuova avventura.Sarà interessante, in ogni caso, vedere se le novità fin qui proposte da Chivu verranno mantenute anche al rientro in Italia, quando l’Inter dovrà affrontare le sfide del campionato e di una nuova stagione con maggiore continuità.
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