10 Ottobre 2019

Nuovo Stadio, La Cattedrale di Populous: “Ci siamo ispirati alla città. Progetto facilitato dalla chiarezza di Inter e Milan”

Parola agli architetti che hanno progettato l'impianto

Nei giorni in cui Inter e Milan continuano a dibattere con il Comune di Milano sulla possibilità di costruire o meno un nuovo stadio nella zona di San Siro, abbattendo il Giuseppe Meazza, La Gazzetta dello Sport ha intervistato i due protagonisti del progetto di Populous denominato La Cattedrale. Stiamo parlando dei due architetti Declan Sharkey e Alessandro Zoppini, che sul portale online della rosea hanno spiegato il percorso che li ha portati a partorire questa idea per il nuovo stadio di Inter e Milan. A seguire le loro parole

Qui Sharkey

“Ci siamo ispirati a Milano e ai suoi monumenti. Lo stadio potrebbe funzionare solo in questa città e non in altre città del mondo, come ad esempio a Manchester o a Mosca. Ci siamo ispirati al Duomo e alla Galleria e ad altri edifici che ci hanno portato a creare un grande progetto architettonico per i cittadini di Milano e anche per le tifoserie di questi due club leggendari. Difficolà? La cosa più difficile è stata progettare un unico impianto, in cui però dovranno giocare due squadre: è stata una bella sfida. Una sfida facilitata, però, dal fatto che sia Inter che Milan si siano rivelati due ottimi committenti con le idee chiare. Il progetto prevede che, in base a chi giocherà in casa, venga messa in risalto ora l’identità dell’Inter e ora il DNA del Milan”.

Qui Zoppini

“E’ uno stadio fatto per i milanesi e per Milano, si tratta di uno stadio che ha una funzionalità incredibile. Avrà il catino più compatto che c’è al mondo, quindi avrà un’atmosfera fantastica per i tifosi. Sarà estremamente rispettoso, inoltre, della comunità locale: è uno stadio alto appena 30 metri, è uno stadio molto delicato e leggero, che si inserisce bene in quello che è il contesto urbano. Ci sono 20 ettari di verde all’interno del nostro progetto e, soprattutto, ci sono tutte delle alberature che rendono praticamente invisibile lo stadio per il passante dalla strada. Quindi, quando si andrà attorno allo stadio di San Siro dalla via in cui ci sono le abitazioni, si vedranno gli alberi e non l’impianto. Ormai parlare di stadi significa parlare di oggetti desueti. Sono dei centri di interesse che devono vivere anche quando non ci sono degli incontri sportivi. Noi abbiamo pensato ad un oggetto che diventi un punto di incontro e di attrazione per la città di Milano e per tutto il quartiere, quindi con spazi ricreativi commerciali che animeranno lo stadio per tutta la settimana”.

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