15 Marzo 2023

Cinque cose che abbiamo imparato da Porto-Inter 0-0

L'analisi della sfida che vale l'accesso ai quarti di finale di Champions League

Lautaro Martinez of FC Internazionale celebrates with Hakan Calhanoglu of FC Internazionale during Serie A 2022/23 football match between FC Internazionale and Bologna FC at Giuseppe Meazza Stadium, Milan, Italy on November 09, 2022 - Credit: Fabrizio Carabelli/LiveMedia

Uno dei pareggi più belli della storia dell’Inter. Con lo 0-0 sul campo del Porto, dopo la vittoria per 1-0 all’andata, la squadra di Simone Inzaghi centra la qualificazione ai quarti di finale di Champions League dodici anni dopo l’ultima volta. Questo è quello che conta.

Andiamo però anche un po’ più a fondo e come di consueto andiamo a vedere cinque cose che abbiamo imparato da Porto-Inter 0-0.

IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI

Non è stata la miglior partita dell’Inter (eufemismo). La squadra ha rinunciato al controllo del gioco, lasciando l’iniziativa ai portoghesi e difendendosi con ordine per provare poi a ripartire. Ma non era (in parte) questo che si chiedeva alla squadra? Meno sofferenza in trasferta, meno gol subiti, più compattezza e risultati. Accontentati.

Certo, in attacco bisogna essere letali a questi livelli e le ripartenze vanno sfruttate meglio. Dietro, nel finale, si è ballato un po’ con qualcuno che stava lentamente perdendo il focus sulla partita. Ma tra infortuni e stanchezza, è stato davvero l’unico momento di sofferenza in una partita scivolata via senza troppe difficoltà, portando l’Inter ai quarti di finale. Traguardo storico, visto da quanto tempo mancava. Che porta benefici enormi: nuove motivazioni per la squadra, aumento di valore, bagaglio di esperienza, visibilità tra le top 8 d’Europa, premi UEFA, sponsor, avanzamento nel ranking UEFA e, soprattutto, il diritto di sognare. La prestazione? Ci pensiamo la prossima volta.

LA NOTTE CHE CONSACRA ONANA

L’Inter ha un portiere da Champions, ora possiamo dirlo. Sulla qualificazione c’è anche la manona di André Onana, decisivo con le sue parate e un’iniezione di sicurezza per tutta la difesa. I portali statistici lo incoronano migliore in campo, noi ci accontentiamo della sensazione che restituisce un portiere magari non elegante, che potrà commettere di tanto in tanto qualche errore, ma che a 27 anni (ancora da compiere) ha già esperienza da vendere e ancora importanti margini di miglioramento. Bastava dargli continuità.

UN ALTRO OBIETTIVO PER INZAGHI

Possiamo aggiornare la filastrocca di questa stagione. Supercoppa Italiana vinta, qualificazione ai quarti di finale di Champions League, semifinale di Coppa Italia da giocare e secondo posto in campionato. Ha mostrato dei limiti, delle lacune su cui lavorare, ma Inzaghi ha portato l’Inter ad un altro traguardo storico di fondamentale importanza per il club. E questo gli va riconosciuto. Le dichiarazioni post-partita, però, sanno proprio di un allenatore che già sa che a fine stagione sarà sostituito. E rivendica i suoi risultati.

MAROTTA E ZHANG

A proposito di dichiarazioni. Dopo la partita alle varie emittenti hanno parlato anche l’Ad Marotta e il presidente Zhang. Per carità, giustissimo. Ma ce li aspettiamo presenti pubblicamente anche nei momenti difficili, anziché rimpallare ad Appiano, quindi ad allenatore e squadra, la responsabilità di risolvere i problemi.

ORA I QUARTI

E adesso testa a venerdì, per il sorteggio dei quarti di finale. In attesa di Real Madrid e Napoli, favorite stasera per il passaggio del turno e quindi il completamento del quadro delle formazioni nella top 8, il dilemma è: derby sì o derby no? Voi replichereste un derby di Champions o preferireste un altro avversario? La sensazione è che il Milan sia, sulla carta, la più abbordabile tra quelle presenti. Ma chi ce la fa a vivere l’attesa di un doppio confronto europee contro di loro…