22 Gennaio 2025

ESCLUSIVA – Luca Marelli: “Polemiche, Arbitri e Supercoppa. Come sta cambiando il Var”

La nostra intervista esclusiva all'ex arbitro Luca Marelli

ARBITRI E VAR IN ITALIA

Ti chiedo per prima cosa cos’è cambiato dal tuo punto di vista e se vedi nei tifosi un’educazione diversa anche alla spiegazione arbitrale rispetto al passato?
“Ma guarda quella che è cambiata sicuramente la narrazione dell’episodio, che prima era limitata semplicemente alla polemica o al punto di vista personale, adesso è stato aggiunta grazie a Dazn la spiegazione anche regolamentare di quello che è successo senza dimenticarci naturalmente che gli episodi hanno una base regolamentare, ma molto spesso sono interpretativi e saranno sempre interpretativi. In un gioco di contatto come il calcio è imprescindibile la soggettività perché altrimenti basterebbe un computer per poter valutare i vari episodi. Cioè sarebbe un gigantesco FIFA, ma in realtà l’aspetto umano è fondamentale, lo vediamo anche dalle decisioni del campo, dalle decisioni del VAR che sono spesso oggetto di polemiche E il mio compito non è quello di imporre la mia visione perché la mia visione è come quella di tutti. È soggettiva perché la valutazione degli episodi è soggettiva. Naturalmente dalla mia parte c’è una conoscenza relativa alla giurisprudenza, perché è normale che un normale un tifoso non possa conoscere tutto, perché il regolamento è la base ma poi ci sono anche le indicazioni, le direttive, le linee guida che sono tutte parte del bagaglio culturale di un arbitro e che sono più difficili da far comprendere e da far capire. Con OpenVar stiamo entrando anche in questo ambito proprio perché spesso le persone che partecipano a OpenVar per l’Aia ci spiegano quali sono le norme applicative sottese alle regole principali. Qualcosa è cambiato. C’è un utilizzo migliore della terminologia perché vedo che sempre meno persone utilizzano concetti inesistenti, come disponibilità del pallone o danno procurato. Se si riesce già a eliminare questo significa che si stanno facendo dei passi in avanti. Il punto critico della discussione sui social è la maleducazione e purtroppo da quel punto di vista ci sono anche tanti siti che stimolano discussioni non particolarmente educate e con questi siti naturalmente è meglio non interagire perché non portano nulla di di positivo. Mentre ci sono anche siti che considerano l’importanza che il web ha nel mondo in cui viviamo. Parlare, discutere e confrontarsi con persone che hanno voglia di farlo è importante”.

Per quanto riguarda il livello degli arbitri in questo campionato e del VAR come lo giudichi e se ti senti anche di dare un voto fino a questo momento
“Voti non ne ho mai dati in vita mia e non li darò mai. Motivo banalissimo, perché ci sono stato in quella categoria anche se ci son stato poco ma ci sono stato, ci sono arrivato so quanto è difficile arrivarci e perciò dare voti a persone che svolgono adesso quello che è stato il mio compito per diciassette anni lo trovo scorretto. Credo che bisogna sempre rispettare il lavoro altrui, qualsiasi tipo di lavoro dal netturbino fino al manager, e perciò per rispetto nei loro confronti non darò mai voti. Detto ciò, posso dirti tranquillamente che il livello attuale è inferiore rispetto agli anni scorsi, è sotto gli occhi di tutti a livello di arbitri di campo perché c’è un ricambio generazionale che era necessario. Naturalmente rispetto a vent’anni fa il livello medio è più basso, molto più basso. Il livello VAR invece sta crescendo molto, anche se ci sono polemiche a non finire ogni volta su ogni discussione dei varisti, su ogni decisione, ma in realtà il livello sta crescendo. Naturalmente non siamo ancora a quello che dovrebbe essere il punto di arrivo, cioè avere una ventina di Var che possono essere utilizzati su ogni partita. Per adesso i Var infallibili, tra virgolette, per infallibili intendo quelli che sbagliano veramente poco, sono cinque o sei. Però dobbiamo considerare che il VAR è un neonato, è ancora un ragazzino, ha sette anni e mezzo e pertanto ci vuole tempo. Consideriamo che è partito il VAR, ma la preparazione dei varisti è partita dopo. Perché sostanzialmente da tre quattro anni si sta cominciando a immaginare un reparto dedicato specificamente ai varisti e io credo che alla fine si arriverà anche ad una CAN, cioè una commissione solamente per i varisti. Ci vorrà tempo anche per gli arbitri, però stan crescendo bene gli arbitri. Colombo di Como, Zufferli sta venendo fuori molto bene, Marchetti sta crescendo. Bonaccina, attenzione a Bonaccina che avuto molte difficoltà nel primo anno e mezzo, ma adesso sta ingranando. Tanto è vero che domenica sarà impegnato per la sua seconda partita in Serie A nel giro di un mese, e ci sono ragazzi su cui si può puntare. Bisogna avere un po’ di pazienza. Però capisco benissimo che in questo calcio così frenetico avere pazienza non è facilissimo”.

Tu cosa ne pensi della possibilità in futuro di integrare il Var a chiamata per le due squadre in campo
“Allora io son sempre stato favorevole per due motivi. Il primo è perché la tecnologia deve essere a disposizione del calcio e in questo momento in realtà è a disposizione degli arbitri. Il secondo motivo è perché le società in questa maniera sapendo che possono loro chiamare sarebbero responsabilizzate, nel senso che renderebbero conto loro stessi di quanto è difficile arbitrare, quanto è difficile prendere decisioni in un momento, in pochi secondi, anche perché loro dovrebbero prendere una decisione in pochi secondi sul richiamare o meno l’arbitro all’on-field review. Quello su cui si sta lavorando però è un qualcosa di un po’ diverso, non è un’integrazione. La sperimentazione è già in atto ed è una sperimentazione che si basa sull’inattività del VAR. Nel senso che le le chiamate sarebbero a disposizione delle società ma non sarebbero un’integrazione, sarebbero esclusive. Semplicemente le società chiamano l’arbitro all’on-field review a prescindere da quello che vedono al VAR. Il VAR non interverrebbe più come adesso. Io sinceramente non la vedo come una ipotesi positiva, perché i varisti controllano tutto, qualsiasi episodio accada in campo viene controllato. Nel caso in cui si dovesse invece procedere in questa maniera ci sarebbero due o tre o quattro episodi controllati a partita, tutto il resto non sarebbe controllato e si tornerebbe indietro di dieci anni. A me non piace per niente questa cosa”.

Forse darebbe meno alibi ai club…
“Però ti faccio un esempio. Mettiamo che in una partita le società abbiano a disposizione due chiamate per partita magari una per tempo: al quinto minuto c’è un episodio che una panchina vuol far rivedere all’arbitro, dopodiché al quarantesimo c’è un altro episodio e non si può chiamare. Capisci che sarebbe un grosso problema, perché può capitare che ci siano due, tre, quattro, cinque episodi da rivedere in una partita e se non c’è più la possibilità si torna indietro di dieci anni, a errori che non sono emendabili, mentre invece adesso, polemiche a parte, il VAR controlla tutto, dal fuorigioco, ai calci di rigore, alle reti segnate, al fuorigioco attivo, passivo. Invece se dovesse essere tutto a iniziativa delle società secondo me si tornerebbe indietro. Ed è per questo che non sono favorevole a quella che è l’ipotizzata modifica dell’utilizzo del VAR. Se fosse un’integrazione invece sarei d’accordo”.

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Autore:
Antonio Siragusano

Antonio Siragusano, classe 1995, fa parte della redazione di Passione Inter dal 2017, di cui ne è responsabile editoriale dal 2024. Laureato in Editoria, Culture della Comunicazione e della Moda, dal 2021 è iscritto all’Ordine dei Giornalisti. Appassionato di telecronache e calciomercato, scrive di Inter da quasi dieci anni.