22 Agosto 2018

Palmeri: “Inter, critiche esagerate nel post-Sassuolo. Spalletti dovrà…”

La sconfitta con il Sassuolo ha generato diverse polemiche sui nerazzurri

La sconfitta di Reggio Emilia ha generato un po’ di critiche e polemiche intorno all’Inter. La squadra di Luciano Spalletti, che aveva ben figurato nel precampionato, ha deluso le attese dei tifosi e degli addetti ai lavori, non riuscendo a creare pericoli al Sassuolo e dimostrando una scarsa tenuta difensiva. Se da un lato questi errori sono stati evidenti e verranno sicuramente analizzati dall’altro c’è l’eccessivo disfattismo di alcuni tifosi nerazzurri e giornalisti, che reputano già in salita la stagione di Icardi e compagni.
Su questo aspetto si è concentrato anche Tancredi Palmeri, giornalista di BeinSports, che nel suo editoriale per TuttoMercatoWeb ha così commentato le vicende in casa nerazzurra: “A leggere le reazioni dopo la sconfitta con il Sassuolo, c’è da stupirsi che al martedì la rosa dell’Inter abbia trovato il centro sportivo di Appiano Gentile ancora in piedi. Crisi, collasso, apocalisse. Un attimo. Perché l’Inter è vero che non doveva proprio perdere a Reggio Emilia, e probabilmente non avrebbe perso se un rigore leggerino non fosse stato assegnato al Sassuolo e soprattutto se i due rigori ben più evidenti le fossero stati accordati. Ma come ha detto Spalletti – no, non le risibili proteste sullo stato del campo – come ha detto Spalletti è pur sempre una partita su 38. Però al netto delle giuste proteste arbitrali, al netto dell’una partita non fa uno stato di crisi, non può però passare inosservato che il Sassuolo abbia piallato l’Inter, la quale l’anno scorso ci mise fino a dicembre per perdere la prima partita.
Ed è dunque totalmente inaccettabile un approccio così molle, un atteggiamento così inspiegabile, una reazione così blanda.
Non siamo negli spogliatoi per sapere se è stato un inciampo qualsiasi, se è si è sopravvalutato le potenzialità, o se ci si è distratti a guardare la Juve verso l’alto dimenticandosi del Sassuolo in basso. Su quello il tempo dirà.
Ma quello su cui si può parlare sono sicuramente le scelte di Spalletti. E non è tanto una questione di uomini, ma di modulo: al 4-2-3-1 l’Inter ha sacrificato una stagione, e momenti vari, appesa alle scorribande di Perisic e ai cross di Candreva. Già l’anno scorsa era stata di là dall’essere l’opzione migliore, ma effettivamente tranne un commovente Eder non è che ci fosse granché altro in panchina. Quest’anno invece è stata comprata un’altra mezza squadra. E allora la questione è semplice: perché Spalletti si sta impiccando con il 4-2-3-1?
Uno dei problemi principali la passata stagione fu la solitudine del centravanti, con Icardi costretto da solo in mezzo a 3 difensori a cavare il meglio da quel paio di palloni puliti che gli venivano serviti a partita.
Quest’anno l’Inter ha lavorato benissimo in tutti i reparti, e soprattutto ha pescato dal mazzo con un gran lavoro societario, e con il legame di sangue con Diego Milito, quel Lautaro che può non fare sentire Icardi da solo, che può squassare le difese. E cosa fai? Lo tieni lontano dall’area? Lo metti a fare il trequartista che non è? Eviti ai difensori centrali la preoccupazione di dover badare contemporaneamente a due tori argentini?
Si dirà: il problema è che in mediana non ci sono gli uomini per reggere un 4-3-1-2. Mica vera: abbiamo visto Perisic al Mondiale oscillare molto bene, senza starsene confinato avanti. Ma soprattutto: le maniere si trovano, si ruotano, quando la soluzione è avanti. E di questo sì che Spalletti è responsabile”.

 

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