26 Aprile 2020

Spadafora fa chiarezza: “Ripartenza il 18 solo in condizioni di sicurezza, è un ‘vedremo’. Protocollo FIGC incompleto”. La stoccata ai presidenti

Ancora non c'è la decisione sulla ripresa dei campionati

La data del 18 maggio è quella indicata dal Governo per la ripresa degli allenamenti di squadra, certo, ma non è ancora una data sicura: a confermarlo, intervistato a Che Tempo Che Fa, in onda sulla Rai, è il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. Che fa chiarezza sulle disposizioni del Governo in merito all’attività sportiva, e spiega che – in realtà – la data del 18 maggio rappresenta un paletto a margine del quale andranno fatte tutte le verifiche del caso: gli allenamenti – in altre parole – ripartiranno quel giorno, ma solo se ci saranno le condizioni.

Spiega Spadafora: “Sono misure che abbiamo proposto noi, come Ministero dello Sport, al Presidente del Consiglio. Mi sembrano due buone notizie: la ripresa dell’attività sportiva e motoria nei parchi però mantenendo la distanza di sicurezza, e l’allenamento degli atleti professionisti e non professionisti ma di rilevanza nazionale, cioè coloro che nei prossimi mesi dovrebbero o avrebbero dovuto fare gare nazionali e internazionali. Comunque è un modo per riprendere lo sport. Però parliamo solo di sport individuali, non di allenamenti individuali. Intendiamo tennis, nuoto e sport del genere”.

Ma ecco, poi, che il Ministro si addentra nella questione che sta più a cuore alla FIGC e alla Serie A: gli sport di squadra: “Per gli sport di squadra dovremo ancora attendere – spiega – Si ripartirà il 18 maggio, nella misura in cui ci saranno le condizioni di sicurezza in queste settimane e se verrà confermato lo stato della situazione. E’ un ‘vedremo’ su cui in questi giorni c’è stato un tentativo maldestro da parte di alcuni presidenti delle società di calcio e di alcuni commentatori sportivi di trasformarlo in una incapacità di decidere, in un voler non-decidere o in qualche modo di penalizzare il calcio. Il problema è che questa è una ripresa graduale, deve essere tale perché altrimenti i sacrifici che abbiamo fatto diventerebbero nulli, ed è quindi necessario avere dei protocolli rigidi”.

Ancora sulla ripartenza dei campionati di calcio: “La FIGC ha presentato un protocollo e proprio ieri sera il Comitato tecnico-scientifico ha detto che non è ancora sufficiente e ha una serie di approfondimenti che sono necessari che andranno fatti in questi giorni – continua Spadafora – Questi porteranno a una conclusione, ma non è un indecisionismo o un voler penalizzare il calcio: col Presidente Gravina ho un ottimo rapporto e penso stia facendo un ottimo lavoro, ma se vogliamo entrare nella realtà delle Leghe, a parte che molti campionati si sono già fermati, come la Lega Pro senza dimenticare il dilettantismo che è in difficoltà, la Serie A non è abbastanza incline all’idea di fermare campionati e allenamenti, almeno dalle pressioni che riceviamo per ripartire. Il mondo del calcio lo rispetto e lo devo sostenere, sapendo anche che è un’azienda anche economica del Paese”.

Gli viene, infine, fatta una domanda su che senso abbia far ricominciare, eventualmente, la Serie A quando basterà un solo contagiato, tra i calciatori, a ri-sospendere tutto, questo anche considerando le difficoltà negli altri Paesi: “Poco fa il Ministro della Salute spagnolo ha detto che non sa se il campionato ripartirà, ma ha molti dubbi. L’Olanda ha già chiuso, la Germania sta provando a riaprire ma ha detto che monitorerà. E’ ovvio che è una situazione difficile, ma noi dei segnali li dobbiamo dare. Penso che per gli italiani siano molto importanti questi due segnali che stiamo dando, soprattutto sull’attività sportiva e motoria, ma le fasi successive vanno conquistate nelle prossime settimane.Niente è scontato per la ripresa del campionato. Questo non per creare ulteriore conclusione: ma per dire chebisognerà meritarsi tutto con i comportamenti giusti”, conclude.

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